La nostra storia
Il Santuario di Santa Maria in Celsano
Il Santuario di Santa Maria in Celsano, Madre della Consolazione custodisce da secoli un’icona mariana risalente al 1300 circa, di origine orientale. La tradizione racconta che l’icona giunse a Roma portata da alcuni pellegrini che la lasciarono su un albero di gelso (da cui forse il termine “celsano”), nella campagna circostante la città di Galeria, città oggi abbandonata, lungo l’antica Via Clodia, attuale Braccianese, a nord di Roma.
La sacra Immagine presenta la Vergine Maria nell’atto materno dell’allattamento, ciò che è una esplicita affermazione di una delle più importanti verità della fede cattolica: Maria Santissima, in quanto Madre del Figlio di Dio fatto carne, può e deve essere chiamata Madre di Dio.
Intorno alla Vergine Maria sono raffigurati gli Apostoli Pietro e Andrea e altri due Santi, un uomo e una donna, per ora di incerta identificazione.
L’Icona fu ritenuta miracolosa dai fedeli dopo l’improvvisa guarigione di un bambino gravemente malato. I genitori, temendone la morte imminente, lo portarono davanti all’immagine della Vergine, rivolgendole ferventi preghiere. Subito il bambino guarì.
Dopo il miracolo, i fedeli chiesero che l’Icona venisse custodita in questa Chiesa (di probabile origine paleocristiana, al tempo officiata dai monaci di San Saba), che da allora prese il nome di “Santa Maria in Celsano”; sotto l’altare fu posta anche la radice del gelso sul quale l’immagine era stata ritrovata.
Alla metà del 1400 la Chiesa di Santa Maria in Celsano passò sotto il patronato degli Orsini di Anguillara che provvidero all’ampliamento dello spazio dell’altare e a far affrescare absidi, pareti e sottarchi da allievi della scuola di Antoniazzo Romano. L’aspetto neogotico della Chiesa risale alla fine del 1800.
Nei secoli, la devozione dei fedeli per Santa Maria in Celsano è cresciuta e si è espressa con doni al Santuario, ex voto per grazie ricevute, processioni e pellegrinaggi, soprattutto dalle vicine cittadine di Cesano e di Anguillara.
A Santa Maria in Celsano, sin dal 1500 e fino agli anni Ottanta del secolo scorso, è stata celebrata la Festa dell’Ottavario (in ricordo della consacrazione della Chiesa di Sant’Andrea a Galeria, avvenuta nella domenica dell’Ottava di Pasqua, il 2 Maggio dell’anno 1204).
L’affresco che si trova sulla parete sinistra della Chiesa, qui sopra riprodotto, illustra l’arrivo della sacra Icona di Santa Maria in Celsano e la collocazione sopra l’altare maggiore, presente il Vescovo della Diocesi di Porto e Santa Rufina.
Il 25 Marzo 1945, il Vescovo Mons. Luigi Martinelli consacrava il nuovo altare maggiore, in marmo, che i fedeli vollero donare alla Vergine Maria come ringraziamento per lo scampato pericolo durante gli spaventosi anni della Seconda Guerra Mondiale (come attesta la lapide vicino all’ingresso della Chiesa, qui riprodotta).
Mani sacrileghe trafugarono l’Icona della Madonna la notte del 7 Ottobre 1988. Ritrovata dalle Forze dell’Ordine, con grande solennità fu riportata nel Santuario l’8 Dicembre 1989, alla presenza del Vescovo della Diocesi, Mons. Diego Bona. Dall’8 Dicembre 2013, accanto all’Icona della Vergine, brillano due lampade votive, venute da Gerusalemme, chiamate le Lampade dell’Unità e della Pace.
L’8 Dicembre 2015, mentre a Roma il Papa apriva il Giubileo della Misericordia, il Vescovo Monsignor Gino Reali ha elevato la Chiesa di Santa Maria in Celsano alla dignità di “Santuario Mariano Diocesano” e ha stabilito che qui la Vergine Maria sia invocata col titolo di Madre della Consolazione.
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